Stampa

AGGIORNAMENTO ARCHIVIO SENTENZE - 12 APRILE 2018

L'archivio Sentenze è stato aggiornato con l'inserimento della Sentenza n. 00673/2017 della Seconda Sezione del TAR per la Emilia Romagna (Bologna), pubblicata in data 27 settembre 2017.

La Sentenza fa seguito al ricorso presentato dagli ADS di alcuni Disabili Gravi al TAR contro il comune di Bologna, sulla annosa questione del pagamento delle Rette per la frequenza e trasporto dei Disabili ai centri diurni.

Il TAR accoglie il ricorso "dichiarando l’illegittimità delle richieste di pagamento formulate dal Comune di Bologna nei confronti dei ricorrenti e la non debenza, da parte di questi ultimi, delle somme oggetto delle predette richieste".

Molto significativa la seguente motivazione formulata dai giudici "La legge regionale e i regolamenti comunali avrebbero dovuto esser interpretati in senso conforme ai suesposti principi, se del caso ricorrendo alla disapplicazione delle previsioni regolamentari illegittime".

Riportiamo qui di seguito il commento del nostro vice Presidente aggiunto Dott.ssa Paola Bernuzzi.

Abbiamo bisogno della libertà per evitare gli abusi del potere dello Stato e abbiamo bisogno dello Stato per evitare l'abuso della libertà.”  (Karl Raimund Popper)

Questa Sentenza, poiché rispecchia i principi contenuti in tante altre Sentenze che trattano medesimi argomenti,  mi ha richiamato  alla mente questa citazione del famoso statista e filosofo Popper, perché purtroppo queste trattazioni hanno ormai superato la soglia di tollerabilità per  uno Stato  che si reputa “di Diritto”.

Posto che la Sentenza in questione tratta   una precisa norma  imperativa  per il pagamento delle rette presso e il trasporto di persone anziane o affette da disabilità presso  i CDD o RSA disciplinato dal DPCM 159/2013  continuamente disatteso dall’Apparato Pubblico

Doveroso precisare che nel nostro ordinamento  è la legge disciplina i rapporti sociali e la sua prima interpretazione è sempre  quella letterale.

Qualora sorgano  dubbi circa la sua interpretazione bisogna ricorrere al potere giudiziario affinché fornisca la portata della norma o sani le lacune in essa contenute  , nel nostro Paese la Sentenza fa  “stato” solo fra le parti, purtroppo non abbiamo la “Class Action” di stampo anglosassone che sancisce invece che la  Sentenza spiega i suoi effetti nei confronti di  tutti coloro che vantano lo stesso diritto.

L’attuale problema è che chi deve applicare la legge  cioè i Funzionari della Pubblica Amministrazione   NON leggono le norme ovvero le “interpretano” abusando del proprio potere, la conseguenza è che il cittadino per difendersi da tale abuso deve ricorrere ad un Giudice per ottenere ciò che la legge ha sancito sin dall’origine. .

Purtroppo questa condotta negligente ed omissiva ormai assunta dalla maggior parte dell’apparato pubblico , si percepisce dalla copiosa  e costante giurisprudenza   che si è formata negli ultimi anni in  questa  materia.

il Funzionario Pubblico come un Signorotto medioevale si arroga   i tre poteri legislativo esecutivo e giudiziario , creando solo disagi e problemi al cittadino che invece in base all’art. 97 della Costituzione è chiamato a tutelare.

I Ricorsi in Tribunale il cittadino li paga due volte, la prima perché deve pagare il proprio avvocato e le proprie spese processuali, la seconda perché l’Avvocatura dello Stato o i Legali dei Comuni  o altri Enti locali sono pagati con le casse pubbliche quindi  sempre denari  presi dalle tasche dei cittadini.

Per riprendere la citazione lo Stato, in particolare il Legislatore  ,  deve “contenere” questa libertà di abusare magari  facendo delle leggi specifiche , che arginano questo  tipo di condotta e  questi Funzionari siano puniti per aver utilizzato in malo modo i poteri a loro conferiti.

Vice Presidente aggiunto MTD ONLUS

Dott.ssa Paola Bernuzzi