Lettera al Presidente della MTD onlus


Gentile Associazione M.T.D.,
sono un  insegnante di educazione musicale e lavoro in una scuola secondaria di primo grado, i miei alunni sono ragazzini dagli 11 ai 14 anni.
Lavoro con passione da 34 anni  e la disciplina che insegno mi ha permesso di andare al di là del contenuto  tecnico e veicolare anche i valori a cui tengo  di più: il  rispetto per i diritti degli altri, l’educazione alla tolleranza e all’accettazione della diversità, il rispetto per le leggi che sole garantiscono la pace e la giustizia sociale. Cerco di ragionare con i ragazzi su quanto poco sia appagante l’atteggiamento del “furbo”, di quello che si crede un “dritto” perché sa abbindolare gli altri e gabbare la legge. La letteratura, la storia della musica, il cinema sono per me strumenti preziosi che utilizzo in classe per discutere di questi temi con i miei alunni.
Seguo con particolare attenzione i ragazzi  in difficoltà perché penso che bisognerebbe partire dalla tutela dei più deboli, in una società civile, per garantire a tutti pari opportunità, per apprendere e migliorare sé stessi.
Insomma, valori che tutti sono  disposti a sottoscrivere se dotati di un minimo di esperienza con le persone.
Non  avrei mai pensato  di dover mettere alla prova in modo così determinante i valori in cui credo, soprattutto in un momento molto difficile della mia vita.

 

Seguo da anni mia madre (vedova), gravemente malata (psichica). Questa ultima primavera, la sua malattia, è peggiorata, tanto da richiedere un intervento di ricovero in una struttura ospedaliera per malati a lunga degenza e tuttora in attesa di una sistemazione in una R.S.A..
Ho dovuto cercare da solo le informazioni che tutelassero i diritti di mia madre, perché le istituzioni locali, ovvero il mio Comune di appartenenza e i Servizi Sociali cui faccio riferimento, non mi hanno per niente informato.
Ora, chi è informato sa a quanto possano ammontare le spese per un ricovero in una RSA, io ho calcolato almeno 1800 euro al mese.

Mia madre non può permettersi tali uscite mensili percependo una pensione di 856,00 euro e un futuro assegno di accompagnamento. Io non sono nella situazione di poter contribuire  (vivo in  una casa in affitto e ho la moglie a carico) : le mie entrate sono quelle che sono e il Comune, lo   sa bene, visto che mi ha chiesto di presentare i documenti necessari per attestare la mia situazione patrimoniale (anche se per legge non avrebbe potuto farlo).
A questo punto nasce l’amarezza di sentirsi un Don Chisciotte in una società ostile, che non aiuta il cittadino, non informa, non convoca, non discute, non partecipa …, ma soprattutto non si  informa, non studia e non  verifica  quanto, da mesi, vado affermando in varie lettere e incontri: le leggi in vigore, che impongono al Comune l’intervento ed il sostegno economico, in casi come quello di mia madre (ultra sessantacinquenne   non  autosufficiente   riconosciuta dall' azienda unità sanitaria locale); le sentenze del TAR di varie regioni italiane che in casi analoghi lo confermano e lo ribadiscono, rigettando i ricorsi di numerose amministrazioni locali.
Informazioni e sentenze che la Vostra Associazione (in particolar modo nella persona del sig. Filibian Arek , presidente dell'M.T.D.) mi ha fatto conoscere, e che mi hanno dato la forza di iniziare quello che non ho  mai pensato  di dover fare:  una  battaglia per chiedere che venga applicato quello che la legge impone, e che il mio Comune ignora, o vuole ignorare: l’obbligo del sostegno economico alle difficoltà di mia madre, e alla mia impossibilità di farmene totalmente carico.
Così insegno una cosa e mi trovo a dover lottare per vedere rispettati i diritti delle persone.
Così affermo la vicinanza delle Amministrazioni locali ai cittadini e mi trovo un  Sindaco e dei Servizi Sociali che non vogliono applicare la legge e arrivano al punto di dirmi: “Se perderemo la causa pagheremo”, a fronte di sentenz e che lo impongono e per le quali già hanno perso altri comuni.
“Se perdiamo pagheremo” vuol dire che pagheranno i cittadini del mio Comune, che hanno avuto “notti bianche” in cambio del rispetto della dignità e del sostegno alle persone anziane, ammalate e in gravi difficoltà.
Sono scelte politiche che si possono “difendere”, anche se a costi maggiori in caso di perdita davanti ai giudici e alle leggi.
Non ho mai pensato di dovermi schierare contro il mio Comune e i miei rappresentanti, né che ignorassero   le leggi o non le volesse deliberatamente applicare anche di fronte a chiare sentenze dei TAR o del Consiglio di Stato che io gli ho fornito in copia.
Vi ringrazio per questo: per avermi informato dei diritti che ha mia madre, e dei quali sono stato tenuto all’oscuro da quei servizi che dovevano invece sostenermi.
Se lo Stato siamo noi, e se lo Stato tutela i diritti dei cittadini con apposite leggi, quella piccola parte dello Stato che anch’io rappresento saprà imporsi e far rispettare, anche con il Vostro aiuto legale, quelle leggi che ho sempre chiesto ai miei studenti di rispettare.
Vi ringrazio, e buon lavoro per entrambi, perché le vie legali sono un po’ lunghe, ma si arriva sempre alla fine: cioè al poter dire, con cognizione di causa, che le leggi e il loro rispetto, sono al servizio dei cittadini.
A presto.
Giuseppe Mariconti