Osservazioni alla DGR 116 di Walter Fossati

 

Alcune, puntuali, osservazioni di Walter in merito alla D.G.R. N.116/2013 della Regione Lombardia

Walter Fossati -Formatore, docente emerito di politica sociale all’Ente Scuola Assistenti Educatori – E.S.A.E., Milano

 

GIUNTA REGIONALE DELLA LOMBARDIA

Deliberazione n. X/116 del 14 maggio 2013

O s s e r v a z i o n i

1.- La delibera istituisce il fondo regionale a sostegno della famiglia e dei suoi componenti fragili.

2.- La delibera è un atto di indirizzo, ovvero non rende esecutive le misure previste dalla gestione del fondo. Infatti, per la traduzione operativa delle azioni sono attesi successivi provvedimenti, discendenti dalla consultazione delle Associazioni rappresentative dei Comuni e delle Comunità Montane .

3.- E’ inusuale che la Giunta Regionale non preveda la consultazione delle formazioni sociali (terzo settore).

 

4.- Il linguaggio e la forma espressiva della delibera, per alcuni versi, rappresentano un motivo di novità, rispetto agli atti  delle precedenti amministrazioni.

5.- Anche l’analisi dei bisogni, per il modo in cui è condotta, è nuova ed in parte apprezzabile, se non altro per l’abbondanza dei dati quantitativi e per l’esplicitazione  degli obiettivi  (il potenziamento delle cure domiciliari per le persone con disabilità e per le persone anziane).

6.-Non è condivisibile il ricorso allo strumento del voucher, che si vorrebbe efficace nella risposta ai bisogni delle persone con disabilità (risorse di settore: 180 milioni di euro all’anno), degli anziani fragili, non autosufficienti (risorse di settore: 100 milioni di euro all’anno), delle persone vittime della violenza (risorse di settore: 38 milioni di euro all’anno), delle persone affette da ludopatia (risorse di settore: 5 milioni di euro all’anno).

7.- Suscita grande perplessità l’intento dichiarato in delibera di attuare nuovi interventi per 3.400 minori disabili e 30.000 adulti con gravi e gravissime disabilità, facendo ricorso esclusivamente al voucher.

8.- Ci appare particolarmente inadeguato il voucher per le persone vittime della violenza, allorchè si pensi al sottodimensionamento delle strutture loro destinate. In particolare, per le donne, in Lombardia, sono attivi soltanto 21 Centri anti-violenza. Si rileva la necessità di nuove unità d’offerta, come le case rifugio, le strutture alloggiative di secondo livello….

9.- Lo strumento del voucher, visto, in questa delibera, come unica modalità di intervento, riproduce uno degli indirizzi dominanti delle precedenti amministrazioni regionali.

10.- Il voucher ha già messo in evidenza tutti i suoi limiti, particolarmente nella gestione delle cure domiciliari, lasciando scoperta una gran parte dei bisogni essenziali delle persone utenti,  esponendole ad oneri molto gravosi (stima di 126.000 badanti in Lombardia), non  sopportabili da una rilevante fascia di utenti in condizione di precarietà economica (attualmente vengono stimati 60.000 anziani non autosufficienti, assistiti dai soli familiari, esclusi dall’assetto dei servizi sociosanitari) .

11.- A nostra memoria, è la prima volta che in un atto amministrativo della Regione  si compie un distinguo nominalistico e concettuale fra la  non autosufficienza e la fragilità.

12.- Si considerano non autosufficienti le persone che hanno subìto una perdita permanente, parziale o totale, dell’autonomia, con conseguente incapacità di compiere gli atti essenziali della vita quotidiana. Mentre, con il termine di fragilità si intende la condizione propria delle persone il cui stato di salute sia caratterizzato da una rigidità delle capacità adattive.

13.- Quindi, non autosufficienza e fragilità sono condizioni esistenziali notevolmente diverse. A fronte di tale rilevante diversità, è discutibile che le persone, in così diverse condizioni, siano destinatarie dello stesso strumento di sostegno (il voucher).

14.- A proposito delle R.S.A., sono censite 650 strutture, con 57.483 posti disponibili, con 93.162  utenti (nell’anno 2012). Si afferma in delibera che il 70% degli utenti ricoverati presentano un’alterazione dello stato di coscienza o hanno un grado di demenza significativo. Non sono forse queste le persone, che, insieme ad altre, con patologie croniche e con esiti degenerativi, sono da ricondurre integralmente al welfare sanitario ?

15.- Le persone affette da ludopatia sono, in Lombardia, circa 100.000;  quelle prese in carico dai Sert, nell’anno 2012, erano soltanto 1.477. A nostro avviso, si richiede ben altra misura, che non siano soltanto i voucher, per un importo di 5 milioni di euro. Si richiedono interventi di natura socio-culturale di educazione, di promozione, di prevenzione primaria. Si richiede il rafforzamento del personale di strutture come i Sert, perché facciano più visite, colloqui, farmaci, psicoterapie,  interventi di inserimento…

16.- La delibera n. 116/2013 della Giunta Regionale presenta il fianco a notevoli considerazioni emendative, nel momento in cui verrà discussa per la sua traduzione operativa.

17.- Per una interlocuzione indiretta con la Giunta, occorrerà confrontarci  con  gli organi  di governance dei Comuni associati (Piani di Zona), che sono i destinatari dell’ esame attuativo della delibera. Ma, non è escluso che la Giunta apra una ulteriore fase  (non solo formale ?) di interlocuzione diretta  con le formazioni sociali (terzo settore).

(Walter Fossati, 2 giugno 2013)