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COMUNICATO STAMPA
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IL CONSIGLIO DI STATO RESPINGEIL RICORSO DEL COMUNE DI PAVIA CHE VOLEVA CONTINUARE A FAR PAGARE AI CONGIUNTI DEI DISABILI LE RETTE PER LA FREQUENZA AI CENTRI RESIDENZIALI (*)
LA CORTE SUPERIORE CON LA SENTENZA 5185 DEPOSITATA IN SEGRETERIA IL 16/09/2011 RICONFERMA LA SENTENZA DEL TAR LOMBARDIA (MILANO) 1488/2010 CHE AVEVA ANNULLATO I REGOLAMENTI DEL COMUNE CHE PREVEDEVANO LA COMPARTECIPAZIONE DEI PARENTI FINO AL 3° GRADO AL COSTO DEI SERVIZI RESIDENZIALI PER I DISABILI GRAVI ED ANZIANI NON AUTOSUFFICIENTI.
Confermata, dunque, la validità dell’operato del MTD che da tempo sostiene la chiarezza delle normative di settore. Esse infatti già prevedono che il pagamento delle rette dei servizi sociali agevolati (*) deve essere determinato esclusivamente dalla situazione economica del solo assistito.
LA PETIZIONE POPOLARE NAZIONALE
La Petizione ha lo scopo di sollecitare il Parlamento ad assumere i provvedimenti occorrenti per mettere a disposizione delle Regioni, delle Asl e dei Comuni le risorse economiche indispensabili per l’attuazione dei Lea, Livelli essenziali di assistenza sanitaria.
In base a detti Lea, oltre un milione di nostri concittadini (anziani colpiti da patologie croniche e da non autosufficienza, persone affette dal morbo di Alzheimer o da altre forme di demenza senile, malati psichiatrici gravi, soggetti con handicap intellettivo gravemente invalidante e con limitata o nulla autonomia, ecc.) hanno il diritto pianamente esigibile alle prestazioni socio-sanitarie semiresidenziali (centri diurni per dementi senili o per i succitati soggetti con handicap intellettivo o per i malati psichiatrici molto gravi) e residenziali (Rsa, Residenze sanitarie assistenziali o strutture analoghe o comunità alloggio per le persone con handicap).
I parenti tenuti agli alimenti non devono pagare!
“Il rilievo dato ai soggetti civilmente obbligati non si pone neanche in contrasto con la previsione dell’art. 2, comma 6, del d. lgs. n. 109/98, secondo cui “Le disposizioni del presente decreto non modificano la disciplina relativa ai soggetti tenuti alla prestazione degli alimenti ai sensi dell'art. 433 del codice civile e non possono essere interpretate nel senso dell'attribuzione agli enti erogatori della facoltà di cui all'articolo 438, primo comma, del codice civile nei confronti dei componenti il nucleo familiare del richiedente la prestazione sociale agevolata”.
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Ulteriore conferma dal TAR Lombardia/Milano.
Sentenza 1738 depositata in segreteria il 04/07/2011I giudici del TAR hanno addirittura contestato la sentenza del CDS 1706/11 che così si è espresso nei riguardi dei parenti tenuti agli alimenti:
Sentenza del Tar di Milano dell'8 giugno 2011

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Comunicato Stampa da A.Di.N.A. - FIRENZE

Comunicato Stampa da A.Di.N.A. - FIRENZE

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